Ieri mattina, quando ho timidamente chiesto a mio figlio in quale momento della giornata intendesse fare i compiti (le poche pagine che lui stesso aveva programmato), si è innescata la consueta escalation: prima ha sbuffato, poi ha bruscamente liquidato la mia “richiesta” come inopportuna e infine ha espresso un veemente rifiuto verso qualsiasi interferenza nei suoi spazi.
“Voi volete sempre controllarmi, volete decidere tutto voi!!!” è una frase che sento ormai quotidianamente.
Ha solo 9 anni, ma la scena di Inside Out 2 in cui suona l'allarme della pubertà e il sistema limbico della protagonista Riley piomba nel caos è qualcosa che vedo in lui con una certa regolarità.
Inside Out è assolutamente geniale nel mettere in scena il legame tra il “dentro” (le emozioni) e il “fuori” (le azioni) e anche nel mostrare come, se si crea una disarmonia tra questi due mondi, va tutto “sottosopra” (inside out, appunto).
Se hai visto il film, sai bene di che cosa sto parlando; se non l’hai visto, non faccio ulteriori spoiler, ma ti invito caldamente ad approfittare di questi giorni di pausa estiva per vedere sia il primo sia il secondo: dico sul serio, pochi film sono in grado di rappresentare in modo così efficace e divertente un tema universale per qualsiasi età.
Ora, anche se il mondo reale è diverso da un film Disney e non sempre si riesce a risolvere una crisi nel giro di un weekend, Inside Out racconta delle grandi verità, che si reggono ormai su solide evidenze neuroscientifiche:
se perdiamo il contatto con le nostre emozioni e non le ascoltiamo, la vita si blocca: non siamo più in grado di agire e di andare avanti, di ragionare e prendere decisioni perché il sistema limbico (centro regolatore delle emozioni) ostacola la nostra corteccia prefrontale (sede del pensiero logico);
quando un’emozione prende il sopravvento (prendiamone una a caso: Ansia), è in grado di tenere in scacco e imprigionare tutte le altre e questo può essere deleterio perché solo una relazione armonica tra le diverse emozioni ci permette di stare bene con noi stessi e con gli altri.
Questo significa che, per vivere bene, realizzare i nostri obiettivi e superare le sfide, è essenziale imparare a prenderci cura delle nostre emozioni: non ignorarle, ma neanche seguirle ciecamente come fossero verità assolute.
Ieri, durante la quotidiana ribellione di mio figlio, i toni si sono riscaldati (anche i miei, perché non sempre è facile mantenere la calma durante queste esplosioni). Poi mi sono ricordata che ero io l’adulta e gli ho detto che non era il momento di parlare, che avremmo parlato quando si fosse calmato perché in quel momento era del tutto in preda alla Rabbia e quindi non era in grado di ragionare e vedere le cose lucidamente.
Non sempre è facile comportarsi da “adulti” (ovvero accogliere le emozioni senza farsene travolgere), soprattutto quando siamo tanto coinvolti in una relazione. Anzi, credo proprio che le emozioni siano la cosa più difficile da “maneggiare” senza farsi male. Personalmente, mi ritengo tutt’altro che esperta in materia e credo che l’intelligenza emotiva sia una competenza molto fragile, che si continua a dimenticare e imparare un po’ ogni giorno.
Ma credo anche che sia una competenza imprescindibile, da rafforzare in noi stessi e coltivare nei nostri bambini e ragazzi perché è una chiave per il successo personale e relazionale. Come sottolinea lo psicologo Nick Wignall, per realizzare i propri obiettivi e costruire relazioni soddisfacenti, è essenziale avere una “sana relazione con se stessi”, che si basa su due pilastri fondamentali: il riconoscimento e l'ascolto delle proprie emozioni, e la capacità di prenderne le distanze per ponderare le decisioni importanti.
Attraverso una corretta educazione emotiva, che passa attraverso le relazioni che costruiamo, le attività che proponiamo e l’approccio sperimentale che promuoviamo in classe (ne parlerò più nel dettaglio nelle prossime newsletter), possiamo aiutare i nostri studenti a sviluppare ogni giorno queste competenze essenziali, preparandoli ad affrontare le sfide con resilienza e trasformare le difficoltà in occasioni di crescita.
Weekly spark ✨
Per ulteriori spunti di riflessione su come potenziare la nostra intelligenza emotiva e quella dei nostri alunni, ecco l’articolo completo di Nick Wignall:
Seven Mental Habits of Successful People
Buona lettura (e fammi sapere che ne pensi di Inside Out 😊)!
Ciao Caterina, non potrei che essere più d'accordo sul tema. Mi piacerebbe veramente tanto che l'ecosistema che ruota intorno ai nostri figli, dai genitori al sistema scolastico, sociale e sportivo, punti concretamente, con consapevolezza e competenza, sul promuovere i principi dell'educazione emotiva. Già noi genitori, nel nostro piccolo, abbiamo ogni giorno tantissime occasioni per fare un passetto nella giusta direzione. Grazie.