Tra qualche giorno torneremo in classe.
Ritroveremo gli alunni dell’anno scorso, un po’ più cresciuti, o ne conosceremo di nuovi.
Qual è la prima cosa su cui focalizzarci per cominciare bene l’anno scolastico e creare un clima favorevole all’apprendimento?
Non i compiti delle vacanze, il materiale scolastico, il “programma” da svolgere.
La prima cosa sono le connessioni che creeremo con vecchi e nuovi alunni: non c’è insegnamento, né apprendimento efficace, senza relazione.
Secondo la teoria dell’Autodeterminazione, il bisogno di “connessione” e “appartenenza” (relatedness) è considerato uno dei tre bisogni psicologici di base per alimentare una “motivazione intrinseca” (ovvero, non sostenuta da fattori esterni come gratifiche, ricompense o punizioni). Inoltre, è ormai ampiamente dimostrato anche dalle neuroscienze che in uno stato di benessere emotivo (quando ci sentiamo ascoltati e accolti), si attivano i cosiddetti “ormoni della felicità” (dopamina, serotonina e ossitocina) e la nostra corteccia prefrontale, sede del pensiero logico, funziona meglio. Siamo quindi in grado di memorizzare ed elaborare meglio le informazioni, e di creare nuove connessioni. In sostanza, la nostra capacità cognitiva migliora.
Costruire una relazione autentica con i ragazzi è fondamentale per nutrire questo benessere emotivo e creare un buon clima di classe.
Quali sono i modi per farlo?
1. Stabilire una connessione
Quando incontriamo nuovi studenti, è molto utile proporre degli icebreaker (attività rompighiaccio) che aiutino a creare un dialogo: si possono utilizzare giochi, condividere interessi, aspettative e paure per l’anno scolastico, sogni e ricordi, riflessioni sugli stili di apprendimento e sulle proprie difficoltà e successi. L’importante è creare un’atmosfera rilassata di condivisione e scambio, che sarà poi fondamentale per le attività didattiche che proporremo.
2. Alimentare la relazione quotidianamente
Nel corso dell’anno scolastico, è comune cedere all’ansia di “finire il programma”, spesso a discapito proprio del dialogo.
E invece, resistere a quest’ansia e dare spazio alle idee e alle emozioni dei ragazzi durante le attività didattiche è un modo molto efficace di potenziare l’apprendimento e coltivare abilità trasversali come creatività, capacità di collaborazione, autonomia e intelligenza emotiva.
Una cosa che consiglio, in particolare, è il “circle time”: prendersi il tempo, ogni tanto, per fare una pausa e ascoltare le loro riflessioni, proposte e richieste è utile a qualsiasi età, per rafforzare la relazione, riflettere sul percorso che stiamo svolgendo insieme ed eventualmente ritrovare la direzione.
Se questa possibilità di costruire insieme il percorso attraverso il dialogo viene meno, tanto vale chiudere le scuole e imparare con i corsi online, senza rapporto personale, senza feedback, senza guida. Come disse una mia alunna una volta durante un dibattito: “gli insegnanti, se non vogliono essere sostituiti dai robot, non devono mai dimenticare una cosa: l’empatia”.
Chiedere ai ragazzi come si sentono, dare spazio ai loro pensieri ed emozioni, chiamarli per nome fa una differenza enorme: per quanto mi riguarda, è quello che nutre il piacere di stare insieme e tornare in classe ogni giorno.
Weekly spark ✨
“Il volto era aperto, cordiale e i tratti gli si spianavano quando con la sua grave voce di basso compitava i versi greci e latini facendo cadere l’accento sulle sillabe con suono incalzante di zoccolo di cavallo sul selciato. Ci innamorò di Grecia antica perché ne era innamorato. Gli piaceva insegnare: questo verbo per lui si realizzava nell’accendere nei ragazzi la voglia di conoscere che sta in ognuno di loro e che aspetta a volte solo un invito sapiente. […] Aveva il gusto sicuro della battuta folgorante che detta dal suo faccione imperturbabile faceva esplodere la classe in una risata improvvisa, come un colpo di frusta. […] Incitava a essere leali con lui: non teneva conto di una insufficiente preparazione se lo studente gliela dichiarava spontaneamente prima della lezione. A chi si avvicinava alla cattedra per bisbigliare le sue giustificazioni, prestava a volte ascolto con gesto scherzoso, appoggiando la mano all’orecchio e strabuzzando gli occhi per manifestare il suo stupore. Lo amavamo: di quel cupo Olimpo di numi da cattedra, era il nostro buon Zeus.”
— Il ritratto di un insegnante indimenticabile (Giovanni La Magna), tratto da Il pannello di Erri De Luca (una delle cose più belle che abbia mai letto e che continua, immancabilmente, a farmi piangere).
Laboratorio 🎨
In questa sezione della newsletter, condividerò proposte di attività o risorse pratiche e tool per trasformare la classe in un laboratorio di creatività.
Oggi ti propongo un icebreaker che trovo sempre molto efficace: il “cinque dita”.
Puoi personalizzarlo e adattarlo alle diverse età e ai diversi contesti: il concetto chiave è utilizzare domande “catalizzatrici” per stimolare il dialogo.
Suggerimento “pro”: imparare i nomi dei ragazzi rapidamente aiuta a stabilire una connessione immediata. Puoi sfruttare l’icebreaker a questo scopo, collegando i loro nomi alle risposte che ti colpiscono, a un interesse o un’idea particolare che esprimono (oltre che a una loro caratteristica fisica, alla loro voce e alla loro collocazione in classe). Prestando attenzione, ripetendo i nomi e utilizzando le associazioni, è possibile imparare tutti i loro nomi in meno di un’ora. 🔥
Tu quali attività proponi per stabilire una connessione e alimentare la relazione con gli studenti?
Condividi i tuoi suggerimenti e le tue riflessioni nei commenti!
Alla prossima settimana!