[Mio capitano #34] La “meglio scuola” (parte prima)
Cosa funziona davvero in classe?
“La scuola è noiosa, inutile, distante dalla vita reale”.
Quante volte abbiamo sentito questa frase?
Quante volte, da ragazzi, l’abbiamo detta o pensata anche noi?
Mi capita spesso di parlare con qualcuno di ricordi di scuola, e in tanti casi le emozioni dominanti sono ansia, frustrazione, noia per le interminabili lezioni frontali, i compiti ripetitivi e i voti assegnati senza troppe spiegazioni.
E ancora oggi, la scuola viene spesso raccontata così, anche da noi insegnanti: un luogo immobile, incapace di cambiare, soffocato dalla burocrazia.
Un luogo in cui sembra impossibile coinvolgere davvero i ragazzi.
Ma non è sempre così.
Due settimane fa, ne ho parlato con colleghi di tutta Italia in un incontro organizzato da Flipnet, l’associazione che promuove le didattiche attive e capovolte. Eravamo tutti insegnanti, ma anche formatori: oltre al lavoro quotidiano in classe, teniamo workshop e corsi per altri insegnanti, condividendo pratiche che mettono al centro le relazioni, la creatività e l’accoglienza.
A Roma ci siamo confrontati sulle esperienze che, nella pratica quotidiana, riescono a coinvolgere i ragazzi, a stimolare la loro curiosità e a lasciare loro qualcosa che li accompagni nel tempo.
Ne è emerso un racconto diverso.
Questa sarà la prima di due newsletter dedicate a quell’incontro.
Ascolto, relazioni, educazione al sentire
La prima cosa su cui ci siamo concentrati è l’importanza di partire dalle relazioni.
Una scuola che funziona è una scuola che ascolta, che mette al centro le persone prima ancora dei contenuti.
Io ho condiviso la mia esperienza con il teatro come strumento per esplorare le emozioni e affrontare temi complessi attraverso il gioco, la narrazione e la messa in scena. La collega Valeria Pancucci ha condiviso l’esperienza della sua biblioteca di classe: uno spazio dedicato in cui i ragazzi scoprono il piacere della lettura, esplorano storie e condividono riflessioni ed emozioni.
Abbiamo riflettuto su come la lettura, la scrittura e il teatro possano diventare alleati essenziali per “educare al sentire”, aiutando i ragazzi a riconoscere le proprie emozioni e a entrare in contatto con quelle degli altri per costruire relazioni di fiducia e rispetto reciproco.
Classe-laboratorio: attivazione, creatività, esperienza
Abbiamo poi parlato di una scuola che non vuole trasmettere contenuti inerti e non vede i ragazzi come contenitori passivi da riempire, ma vuole metterli in movimento per costruire il loro sapere.
La parola chiave è attivazione: i libri diventano “scintille” per progetti creativi come book trailer, fumetti o companion book in cui reinventare le storie che leggiamo. La classe si trasforma in un luogo di confronto, laboratorio di pensiero critico e atelier creativo grazie a lezioni partecipate, debate e compiti autentici come diari di viaggio, campagne di sensibilizzazione e podcast, che aiutano i ragazzi a esplorare la realtà attraverso linguaggi diversi, trasformando ciò che imparano in un’esperienza concreta e significativa.
Nella sezione Laboratorio 👇👇, trovi alcuni esempi concreti e risorse condivise dai colleghi di Flipnet; nella prossima newsletter, parleremo di due temi altrettanto fondamentali: il ruolo della tecnologia come mezzo, e non come fine, e l’importanza di ripensare la valutazione per renderla un’occasione di crescita.
Laboratorio 🎨
Condivido qui di seguito 4 idee pratiche suggerite dai colleghi a Roma, con risorse utili per realizzarle.
Book trailer: i libri diventano storie da raccontare
Seguendo l’esempio di Vittoria Paradisi, insegnante di Lettere a Urbino, puoi trasformare la lettura in un’esperienza creativa invitando i ragazzi a raccontare i libri letti attraverso un book trailer come questo. È un’attività che valorizza la creatività e aiuta a far emergere anche i talenti più nascosti.
Per altri spunti su attività laboratoriali da realizzare in classe, ti suggerisco il suo libro “Sfidante. Giochi didattici e attività laboratoriali per l’insegnante di lettere”.Biblioteca di classe per appassionare alla lettura
Se vuoi creare una biblioteca di classe o cerchi ispirazione per letture adatte ai tuoi studenti, ti consiglio di iscriverti alla pagina dedicata di Valeria Pancucci, in cui troverai consigli su come scegliere i libri e allestire gli spazi per integrare la lettura nella vita quotidiana della classe.Il “capolavoro”: un progetto creativo al posto della “tesina”
Gli esami di terza media spesso si riducono alla solita interrogazione o a percorsi preconfezionati (le classiche tesine) con collegamenti forzati e poco significativi. Per sostituirli con qualcosa di più coinvolgente e costruttivo, Alessandro Di Candia propone il “capolavoro”, un compito autentico che può essere la realizzazione di un sito, di una mostra, di un podcast o di un progetto artistico. Il capolavoro permette agli studenti di esprimere la propria creatività e di riflettere sul loro percorso di apprendimento in modo personale e significativo. Viene costruito passo dopo passo, con scadenze cadenzate e il supporto di un tutor, favorendo un approccio graduale e consapevole.
Domande e affermazioni controverse per stimolare il pensiero critico
Come suggerisce Rosa Carnevale, insegnante di Storia e filosofia, coach e giudice di debate, puoi introdurre i tuoi argomenti di lezione con domande stimolanti o affermazioni provocatorie. Ad esempio, per affrontare il tema della globalizzazione, potresti proporre domande come:
- La globalizzazione crea opportunità per tutti o aumenta le disuguaglianze?
- Le multinazionali sono un motore di sviluppo o una minaccia per le economie locali?
- La globalizzazione arricchisce le culture o le appiattisce in un’omologazione globale?
Questi spunti permettono di problematizzare gli argomenti, stimolano il dibattito e aiutano i ragazzi a riflettere sui temi proposti sviluppando il pensiero critico e la partecipazione attiva.


